12 settembre 2012

Campionato trentino e veneto long


Dopo il mare si torna ai monti, e che monti. Si corre in val Canali ai piedi delle Pale di San Martino, in una giornata splendida, su una carta molto bella, e con avversari di primissima categoria: cosa chiedere di più? In realtà io di più chiedevo di fare una figura un po' meno meschina dell'ultima volta che ero capitato da queste parti, quando, fresco medagliadargentato agli italiani sprint, avevo concluso una pessima gara con un PM. In effetti, a far meglio di così ci voleva poco, ma in un posto del genere magari sarebbe stato bello fare anche qualcosa di più.

Il griglista di giornata è decisamente senza scrupoli e con due minuti di intervallo fa partire dietro di me Dennis e poi il Cip. Così, tanto per farmi partire rilassato. È talmente probabile che mi raggiungano tutti e due, che mi sembra di non avere molto da perdere, e comunque come al solito cercherò di vendere cara la pelle. Infatti Dennis mi raggiunge prima della 1. Succede che mentre lui fa l'esordiente e segue strada sentiero e strada fino al prato, io faccio l'orientista tecnico e mi butto nel bosco in curva di livello, solo che una volta arrivato nel vallone invece di proseguire in curva o anzi meglio scendere un po', alzo gli occhi e vedo lassù un po' di blu, convincendomi che lì c'è il pratone e smettendo di guardare la carta. Quando sbuco in un posto strano non ho per niente chiaro cosa ho fatto, ma fortunatamente decido di scendere, e incontro il pratone. E Dennis. Che è ancora un po' più in basso di me e posso evitare di farmi umiliare facendomi portare alla lanterna, che dal bordo prato si attacca facilmente.

Per la 2 decido di allargare per un attacco in tranquillità, perchè già mi vedo perso fra i verdini e i giallini. È una buona idea, e anche se su per il pratone mi sfianco, faccio il miglior tempo e scappo un po' da Dennis. La 3 è un azimut, e ne approfitto per scappare altri 7''. Ma per la 4 una volta arrivato in quota esito, e mi raggiunge, pordandomi a manina fino al punto, che io avrei cercato molto prima. La 5 è uno sputo più in su, ma per la 6 tento di nuovo la fuga. Mentre lui si abbassa un po' io vado via in curva, arrivo al sentiero, lo scendo fino alla paludina, mi butto a est e sbatto contro un sentiero di cui non mi ero accorto ma che mi porta esattamente dove volevo andare. Quando finisce la discesa e devo risalire il sentiero, mi accorgo una volta di più che devo aver dimenticato di rinnovare l'abbonamento a Gambe Magiche, in compenso sembra che io abbia vinto un numero omaggio di Cervello Sveglio e riconosco il verdino e la successiva radura, da cui in curva arrivo alle rocce che celano il punto. Avvisto con orgoglio le rocce, e con disgusto Dennis, che è arrivato da mille strade diverse, e punzona subito dopo di me.


La 7 è poco distante e la facciamo in comitiva, ma alla 8 ci riprovo. Lui si avvia per la strada, io salgo subito per tagliare due curve della strada e andare ad attaccare il punto dalla curva successiva. Dopo un centinaio di metri in curva di livello incontro una striscia di alberi che sembra piantata con il righello, e sono certo di riconoscere il limite di vegetazione a ridosso del punto. Attraverso il verdino, e vualà, mi trovo davanti ad una casa. Ci rimango malissimo, e peggio quando pochi secondi dopo arriva anche Dennis. Non ci vorrebbe molto a capire dove sono, ma sono scosso, ed è lui ad avviarsi nella giusta direzione. Metto in tasca l'orgoglio, e punzono. Altre 8 curve di livello portano alla 9 e le arranchiamo alla stessa velocità. Per la 10 decido di fare strada, bordo prato, sentierino, muretto e via alle rocce, e vedo Egli davanti a me che fa la stessa cosa. Ma per la 11 ci riprovo. Partiamo entrambi in curva su un terreno dove più che correre si procede balzellon balzelloni, poi lui si abbassa e io procedo fino alla strada. Lì esito un attimo per decidere come attaccare, poi punto alla valletta a nord del punto, poi decido che mi posso accontentare del verdino e poi vedo Dennis 20 metri sotto di me che sta andando dove io volevo andare. Per la 12 cerco di non seguirlo, ma c'è un happening attorno alla lanterna quindi c'è poco da fare i tecnici, e comunque lui sparisce dalla mia visuale. Mi affretto lungo il sentierino e il prato verso la 13, ma non lo vedo neanche da lontano, poi lo rivedo nei dintorni della 14, ma dopo che ho raggiunto il roccione a fianco del sentiero da cui volevo attaccare il punto. 

Arrivato sulla strada ho un km di corsa su pista dove posso dar fondo alle mie doti atletiche. Dennis è 100 metri scarsi più avanti, e ha raggiunto Eddy. Li ho nel mirino e punto a saltare agilmente entrambi. Ma è una pia illusione. Tutto quello che riesco a fare in 1 km di pura corsa è ridurre il distacco ad una decina di metri. E anche l'illusione di pigliarli nello sprint finale si va ad infrangere contro le doti sovrannaturali di Dennis, che con qualche sensore miracoloso "sente" che la lanterna è posata un po' più in basso di quanto è segnato in carta, e mentre io penso "sta volta si sbaglia, non lo seguo" e salgo ancora, lui scenda, punzona e scappa al traguardo tallonato da Eddy, che confessa di aver perso la cartina alla 15 e di essere ancora un po' provato per i festeggiamenti del matrimonio di Emiliano della sera prima.

Io arrivo mezzo minuto dopo, come al solito insoddisfatto, nonostante il piazzamento al secondo posto (2' e mezzo dietro Dennis, 3' davanti a Gabriele Bettega, e 4' davanti al Cip, che ha litigato con la 15 lasciandoci poco meno di 4 minuti). Insoddisfatto per non aver almeno preso Dennis, insoddisfatto per essermi fatto aiutare in un paio di lanterne, insoddisfatto per l'errore alla 1. Anche se, con il senno di poi, non è andata così male. Per prima cosa ho battuto Cipriani in bosco per la prima volta in assoluto, che è un avvenimento di per sè, anche se io avessi corso con la moto da trial e lui a piedi. Poi ho comunque corso bene gran parte della gara, e gli "aiuti" di Dennis sono stati frutto del caso, che a volte ti fa sbattere in uno più perso di te, e a volte ti fa apparire Sua Maestà in pigiama bianco e verde, che si muove nel bosco come fosse tutto ovvio. Poi, forse per la prima volta, sono riuscito a non andare giù di testa dopo aver incontrato qualcuno. E dato che nel caso specifico l'ho incontrato varie volte, era della mia categoria, ed era un mio acerrimo avversario (per quanto smisuratamente più bravo di me) dovrei proprio farmi pat pat sulla spalla (sperando che non sia un fortuito caso isolato). 

E poi mi sono portato a casa uno dei più bei premi che si siano mai visti in una gara di orienteering, uno sgabello in legno fatto a mano, di una essenzialità e bellezza che fa il paio con le Pale che stavano dietro la premiazione.

Organizzazione perfetta, due ristori in gara, bella carta, posto stupendo, bei premi, ristoro post gara con due bibite pacchi di frutta candita frutta e biscotti serviti da affascinanti fanciulli e fanciulle, split disponibili e galleria fotografica a disposizione sul sito il giorno dopo, e tutto per una gara regionale: forse hanno esagerato.

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