10 maggio 2013

Grazie, ragazzi!

Sono le ultime luci prima dell'alba quelle più importanti. È in quei momenti che sui quei terreni dove siete abituati a gareggiare spensierati durante il giorno, si muovono delle figure straordinarie.

Non so se sono davvero loro, perché fino ad oggi tutti i membri di quella fantastica congrega hanno custodito gelosamente il segreto nei loro cuori, ma non faccio fatica ad immaginarmeli. 

Marco Bezzi, con uno zaino pieno di birre. 
Cosimo Guasina con Tanà che corre al suo fianco. 
Stefano Zarfati mentre canticchia fra sè e sè i suoi successi al Festivalbar. 
Stefano Zonato con gli occhiali col rialzo in polistirolo. 
Dennis Dalla Santa rilassato nel fare quello che fa da una vita. 
Massio Bianchi che nel frattempo parla anche agli alberi. 
Alessio Rozzi quasi sicuramente senza Larry al fianco.

Mi sembra di vederli, le prime luci del giorno già colorano l'orizzonte, e loro sono lì, coperti da un pesante pastrano o una pelliccia di animale annodata attorno al collo, ai piedi pesanti scarponi da montagna, un lungo bastone nodoso in una mano e qualche zolletta di zucchero nella bisaccia.

Non è un lavoro facile, può essere lungo ed è sempre faticoso. Possono essere decine e decine i chilometri che Essi dovranno percorrere prima di potersi finalmente gettare sul giaciglio, ancora vestiti perché le forze per cambiarsi ormai non ci sono più e la gara è alle porte, con la soddisfazione di poter dire "ho finito, sono tutti al sicuro, nessuno si spaventerà".

Non c'è un'arca ad aiutarli, né tanto meno un camion o l'elicottero di Vecchia Romagna. Le loro gambe e le loro braccia sono gli unici strumenti di lavoro, uniti alla straordinaria capacità che già fu di San Francesco: parlare agli animali. 

Sono cervi, caprioli, cinghiali, volpi, furetti, scoiattoli, marmotte, rane, forse qualche orso, sono gli abitanti di quei boschi, di quelle paludi, di quei prati e costoni selvaggi dove gli orientisti amano correre, e da dove loro, gli autoctoni, per un giorno devono spostarsi verso altre zone di rifugio. Quelli che capiscono, che accettano, che collaborano, riceveranno la loro zolletta e seguiranno i Nostri zampettando allegramente, fino ad una grotta nascosta, ad un camper posteggiato ben riparato nel parcheggio della gara, o ad una apposita struttura abilmente camuffata da tenda di società. Per gli altri, quelli che non vogliono sentire ragioni, ognuno di Loro ha una tecnica diversa. Il Bezzi darà loro un colpo in testa con il bastone nodoso e li caricherà sulle spalle, Zonato li fiaccherà spiegandogli quanto sia importante che non vada a finire come al MOV, Max Whites gli racconterà delle battute in toscano, gli altri chissà. Quello che è certo è che alla fine neppure uno di loro rimarrà lì, e in gara sarà quasi impossibile incontrare animali selvaggi.

Grazie, ragazzi!



7 commenti:

  1. Questa è da ANTOLOGIA! soprattutto pensando ai collinari con Tanà che rincorre gatti, caprioli e quant'altro... e io che pensavo che lei li volesse spaventare... e invece li stava proteggendo mettendoli al riparo! Dalla colonna sonora all'immagine finale, direi che questo post merita l'O-Pulitzer

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    1. Volevo dire: un esempio di Capolav-Ori!!! :)

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    2. Oggi ho portato al rifugio due orsi ed un piccolo branco di lupi.....semplicemente canticchiando "Running". È il loro richiamo!
      Conto di ripulire i boschi di Sestriere prima della fine di luglio.
      Potrete correre senza pericoli! ;)

      Zarfo

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  3. Ma secondo te, perché quando invito a cena gli orientisti in occasione di qualche gara organizzata dalla nostra giovane, ma rispettabile, società propongo sempre il gulasch?

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  4. Sabato scorso mentre col Direttore di gara me ne andavo in giro a controllare lo stato dei reticolati lungo i percorsi, mi sono chiesto se la moltitudine di marmotte e caprioli che popolano la zona gara di domenica 26 maggio sarà più curiosa o piuttosto stizzita da questa nostra pacifica invasione. Le sentirete fischiare! E li vedrete superare ripidi pendii in un attimo! (che invidia), soprattutto voi che avrete la sventura, o la fortuna, di partire tra i primi! In realtà ho cercato di spiegare loro che le variopinte divise non sono subdoli travestimenti venatori, ma come si fa a fidarsi di uno che va in giro con i rialzi di polistirolo?

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  5. Ricordo Bezzi alle prese con le mucche che avevano invaso il tendone predisposto per la prima tappa della 5 giorni dei Forti, a Forte Cherle. Era l'alba... le mucche tutte sotto il tendone dove avevano trovato riparo per la notte, delle "boasse" da paura ovunque.
    Si, ricordo il dolce Bezzi... mi chiedo se qualcuna di quelle mucche non sia finita immantinenti sulla griglia, ma non ho la risposta perchè nel frattempo dovevo inseguire Denny Pagliari che posava le MIE lanterne. Purtroppo Denny + unaventina di pali e teli vanno sempre più veloce del sottoscritto :-(

    Stegal

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