17 luglio 2012

Cosa mi sarebbe piaciuto, e cosa è stato (fin qui)

Sono passati 6 mesi dal mio post invernale di desideri e buoni propositi, e mi piace provarne a fare un bilancio partendo da quello che avevo scritto allora.

Agonisticamente parlando i miei obiettivi principali sono gli italiani sprint e il meeting di Venezia.  Non lascerò nulla di intentato per vincere quelle due gare. Le probabilità di farcela come al solito non mi interessano minimamente.
Per Venezia c'è ancora tempo, mentre gli italiani sprint ce li siamo giocati. Sul fatto che non avrei lasciato nulla di intentato, niente da dire, quello che potevo fare l'ho fatto. Di vincerli ovviamente non avevo nessuna possibilità, essendo Rigoni fra i partenti, ma alle medagli ci sono arrivato proprio vicino. Quarto a 46'' dall'argento e 33'' dal bronzo, non era proprio fantascienza. Peccato, perchè era una gara adatta a me. Ma ci riprovo l'anno prossimo.

Un gradino sotto, ci metto i campionati italiani middle: fra i due estremi della medaglia del 2010 e la figuraccia del 2011 ci sono varie vie di mezzo. E se proprio estremo deve essere, allora meglio la medaglia. 
Da bravo estremista, questa voglia la medaglia sono riuscita a prendermela, e, agonisticamente parlando, credo sarebbe una di quelle gare da incorniciare e raccontare ai nipoti. Se non fosse che il bronzo ex aequo con Cipriani mi è rimasto proprio qui. Ho corso la gara perfetta, dimostrandomi che posso anche riuscirci, ma giocandomi un bonus. Speriamo non ce ne sia uno ogni 10 anni.

Calendario alla mano, almeno per quello che si può capire adesso, le gare che ho voglia di correre sono TUTTE.
Non le ho corse proprio tutte, ma tante sì, e non ho mai dovuto fermarmi per infortuni. Bello.

Ma se proprio dovessi dire quali proprio non vorrei perdermi ci metterei la notturna di Venezia...
Fatta. Bella, come al solito, con quel clima da carcerati nell'ora d'aria e la magia di Venezia di notte. Ho anche portato a casa un podio, anche se il sito FISO non lo dice.  

...la gara di TNCS del 21 aprile a Genova dove non ho mai corso...
questa invece niente, il mio appuntamento con Genova è ancora rimandato.

...la IV di coppa italia il 27 maggio al lago di Carezza in Alto Adige che è un posto che definire favoloso è riduttivo...
Fatta. E confermate le più alte aspettative. Rischiando il carcere di sicurezza ho anche fatto il bagno nel vietatissimo lago di Carezza. Ma pare che nessuno mi abbia visto, perchè nessuna multa nè mandato di comparizione mi è ancora stato consegnato. Anche lì medaglia di legno, ma a un secolo (6') da Grassi S. Fossi uno Junior, direi che ho fatto esperienza.

Mi piacerebbe anche correre una mezza maratona (Verona?) riuscendo a partire abbastanza piano da arrivare all'arrivo senza sentirmi un pirla.
Fatto, con un risultato di mia totale soddisfazione. Ma da qui a dire che la mezza è una cosa divertente, ce ne passa.
 
il 22 luglio vorrei riprovare ad arrivare ai 3.150 metri del Piz Boè, il tetto della Dolomites Sky Race
E qui si passa al futuro, benchè immediato. E la sfera di cristallo promette malissimo. Io ci ho messo anche sta volta tutto quello che potevo, e ho nelle gambe almeno 10.000 metri di dislivello di più di quando l'ho fatta la seconda volta, e forse 15.000 di più della prima, ma il Piz Boè pare proprio non volermi. Tutto oggi le previsioni del tempo parlavano di neve sopra i 2400 sia venerdì sia sabato, e un po' anche la domenica. Che voleva dire che al massimo sul Boè ci potresti fare una gara di sci alpinismo. Al momento sono leggermente più ottimiste, con neve solo sopra i 3400 venerdì, e giusto una spruzzata il sabato, con schiarite significative la domenica (e zero termico a 2750...). Insomma, chissà.

P.S. Dite che è il peggior post che abbia mai scritto? Sì, lo penso anch'io, è che sono in pensiero per il Piz Boè, guardate quanto è bello... (foto rubata da qui, dove ce ne sono varie altre molto belle dei panorami che mi piacerebbe molto vedere da lassù, sigh).




4 luglio 2012

Monte Penegal - coppa del Trentino

Non capita tutti gli anni di avere belle gare anche in luglio senza andare in giro per 5giorni, ma quest'anno capita. Gli iscritti non sono milioni, ma la carta è bellissima e in M35 ci sono Cipriani, Hueller e Neuhauser, quindi è quasi una Coppa Italia.

Impegni in partenza dei miei autisti mi portano in zona all'alba e vado un po' a spasso per il bosco, ma non in zona gara (o almeno non lo so...), potendo verificare che dove normalmente alloggiano i quadricipiti femorali, si trovano attualmente due lastre di porfido dello spessore di 6-7 cm, più adatte ad un barbecue che ad una gara di corsa. Grazie alla temperatura del luogo e al riscaldamento pre gara, quando arrivo in partenza sarebbero pronte per disporvi puntine, pasta di lucanica e melanzane affettate, ma il programma odierno prevede altro. I poteri taumaturgici del bip alto e i 250 metri dalla partenza alla Svedese fanno il miracolo, e quando passo dal triangolo ho di nuovo due cosce.

La sgambata fino alla Svedese mi serve quasi tutta a cercare il triangolo, dato che mi ero dimenticato di farlo nella carta in pre partenza e che stare in piedi leggendo la carta non è semplicissimo, sul sentiero a mezza costa su cui corro. Per fortuna poi c'è una forestale non sbagliabile, e sbatto sulla lanterna mentre sto ancora cercando la radurina. Che sia la mia giornata fortunata? Come direbbero al giorno d'oggi, anche no.

Accade infatti che mentre le mie gambe nuovamente magiche sviluppano tutti i loro cavalli lungo il costone successivo, costeggiando le rocce e guadando la radura, io vada a finire in una valletta + giallino + verdino che mi fa esultare per la precisione con cui ci arrivo. E l'entusiasmo e la ruota di pavone mi impediscono di vedere che il resto intorno non quadra un tubazzo. Dopo aver schiacciato la formina tonda nel buco ottagonale, e quella triangolare in quello quadrato, la formina a trifoglio si rifiuta cetegoricamente di entrare nel buco rettangolare, riportandomi alla cruda realtà. Riattivati i miei finissimi sensi orientistici individuo al volo una radura con un sentiero che ne esce, la trovo in cartina e riparto di slancio. Ma era solo la formina ottagonale che si era lasciata schiacciare nel buco tondo. E sono da capo. Vago per un po' e mentre decido di andare a guardare da vicino sta presunta radura con il sentiero che ne diparte, incontro una buca a cuore che assomiglia un sacco a quella vicino alla buca che cerco io, e infatti poco più avanti ride la 32. Scoprirò a fine gara che a 50 metri e una curva da quelli giusti, c'era un'altra valletta + giallino + verdino. Ho perso circa 4' a giocare con le formine. Fossi uno di quelli che ste cose non le fa mai, potrei anche deprimermi. Fossi uno di quelli.

E invece riparto, anfiteatro, sentiero, valletta, costone, avallamento fino in cima, doppio cocuzzolo e 33: 20'' meglio di Cipriani, ma solo 2'' meglio di Eddy: o ha iniziato ad allenarsi seriamente, o si droga.

Sentiero, avallamento fino in cima, radurina a destra, in costa fino all'altra radura, cocuzzolo e su: 3'' meglio di Cipriani e 4'' meglio di Eddy (sì, si droga).

Per la 5 bisogna pensarci su un po' di più, ma preferisco salire prima: costone in diagonale fino al poggio, giù fino in fondo alla valletta, in costa fino al sentiero, appoggio "visivo" al dossetto con verdino che si vede proprio bene e via verso il prato, ma con qualche incertezza di troppo. Epperò 10'' a Ingemar e 24'' a Eddy.

Per la 6 si potrebbe uscire subito sul sentiero, ma non me ne accorgo e vado dritto superando l'altura facendo un po' di fatica gratis. Poi il sentiero mi porta diritto alla lanterna, 40'' più velocemente di Ingemar e 9' più velocemente di Eddy (che evidentemente ha finito la roba). 

Meno scontata la 7, per la quale vado in costa, passo il cocuzzolo, raggiungo il sentiero, buca - giallo - giallo - cocuzzolo. Ma mi fermo un po' troppo a controllare dove sono e perdo 30'' da Ingemar e 10'' da tutti gli altri, compreso Eddy, che ha finito la roba ma ha trovato Fabio. Le gambe stanno andando bene e mi sento molto in contatto con la carta, ho dimenticato la fesseria alla 2 e mi sto divertendo. Ma la 8 si annuncia ostica.

Raggiunto il sentiero attacco dal giallo e una forza mi attrae in una direzione precisa, ma non mi tornano le forme. Scoprirò dopo la gara che non mi tornano perchè il trattino marrone che distingue il dosso dalla buca è nascosto dalla riga magenta, e scoprirò dopo un po' di minuti che la forza mi stava portando nel posto giusto. Ma lì per lì metto via l'istinto e tiro fuori la ragione, e me ne torno al sentiero, dove metto via anche la ragione correndo per un po' con la carta rovescia, prima di accorgermene e arrivare alla lanterna guidato da due rilievi e un giallo: dai 5 ai 6 i minuti persi. E sarebbe bastato fidarsi della "forza" (o, come la chiama Bezzi, della "snasa").

Per tirarsi su il morale c'è la tratta più lunga della giornata, con almeno tre scelte, di cui della seconda mi accorgo solo dopo che ho intrapreso la prima, e la terza la scopro solo dopo l'arrivo. Perchè di questi tempi quando vedo righe marroni, non riesco a non buttarmici. Nel caso specifico, sono 20 quelle da tagliare in su, e 25 quelle da tagliare in giù. Mentre arranco un pelo fra le ultime in su, mi viene il dubbio che magari non era la scelta migliore, ma pazienza. Anche perchè gli split mi daranno ragione: io ci metto 12:54'', il Cip, che fa il giro del mondo sui sentieri ce ne mette 13:08, e Eddy che con Fabio sceglie il sentiero intermedio a mezza costa, 14:38''. Ma naturalmente tutte queste cose al momento non le so, come non so che sono ancora a 7' dal primo.

Per la 10 c'è un bel sentiero che mi accompagna un bel po' e che poi mi lancia sulla forestale sottostante. Risalgo lungo la strada fino alla curva per un comodo attacco in picchiata dai cocuzzoli: scelta felicissima che mi fa recuperare altri 2' a Ingemar e mi posiziona a soli 11'' da Fabio e 1' abbondante davanti al Cip (che qui ci lascia 6' più di me).

Per la 11 basterebbe puntare al giallo tenendo il dossone sulla destra, e invece mi fermo un po' troppo a controllare i sentieri e i loro incroci, regalando 30'' ai migliori, e altri 40'' li regalo alla 12, quando quasi in zona punto vengo distratto da un sentiero non segnato e faccio un giro (che non ho segnato sulla carta) per tornare dove era giusto che fossi.

La 13 è lunga e non banale, e ci devo pensare un po' su. Alla fine decido che se salgo subito mi faccio qualche curva in più ma mi evito un po' di dentro e fuori: dossone, sentiero, selletta, in curva fino al terrazzone, buca. Da qui converrebbe tagliare giù dritto e puntare al dosso a ridosso (...) del cerchietto, ma non me ne accorgo e faccio un giro un po' assurdo. Rendo 30'' al Cip ma ne mangio 3' e mezzo abbondanti a Ingemar, che è ancora in testa ma è ormai solo 2' e mezzo davanti. E durante la tratta, quando si affaccia alla mia mente la domanda "sto facendo del mio meglio?", mi scappa un sorriso.

Scendendo dalla 13 alla strada, faccio uno di quei pensieri che in gara non si dovrebbero mai fare, ovvero penso agli avversari, anzi, al Rivale. "Qui il Cip sicuramente tira come un matto", penso, e lo faccio anch'io. Andandomi a perdere nella palude. Ricordo chiaramente di aver pensato di fare azimut fino alla recinto, ma non ho nessuna memoria di aver guardato la bussola per farlo, nè di aver scelto un punto di partenza, e dalla mia ricostruzione a posteriori credo che questo mi sia costato un errore di circa 45° e 4' molto abbondanti. Quando alla fine un po' per culo trovo la lanterna, sono talmente depresso che penso bene di Sbagliare anche quella dopo, attaccando coscienziosamente in costa lungo il prato, ma dimenticandomi di scendere poi una curva. Nel boschetto della mia fantasia ci pascolo una decina di minuti, e solo il fatto che si partiva a 8' di distanza impedisce a tutti i miei avversari di superarmi anche dal vivo.

Quinto e Ultimo, a 16 minuti dal primo (Ingemar) e 6' dal quarto (Eddy). Beh, ho fatto del mio meglio.