27 febbraio 2014

Pedro - LittleFab 2-2

In attesa che i big della bussola scendano in pista, le cronache dello sport dei boschi vivacchiano sulla rivalità fra don Pedro e Little Fab, che si stanno sfidando all'ultimo sangue nella prestigiosa OriCup Inverno 2014, il circuito organizzato (grazie! grazie! grazie!) da Panda Valsugana, Crea Rossa, Gronlait, Orienteering Pergine e Orienteering Piné, per allietare le corte e spesso bigie giornate invernali festive o prefestive, degli orientisti più incurabili.

Il regolamento del circuito dice chiaramente che "Verranno premiate le seguenti categorie: M-W 12, M-W 14 e M-W 18" quindi chi vinca la MA non interessa a nessuno. Di conseguenza il fatto che Little Fab con 5 vittorie sia saldamente al comando di una classifica che non esiste è molto meno importante del fatto che, per quanto riguarda gli scontri diretti, si trovi, ad una sola gara dalla fine del circuito, 2 a 2 con don Pedro. Alle vittorie negli scontri diretti del giovane virgulto del Trent-o a Borgo Valsugana e Roncegno Terme, il maturo portacolori dell'US San Giorgio ha risposto con l'affermazione a Baselga di Piné e, domenica scorsa, con quella di Madrano.

Ad essere molto sinceri (e non me ne voglia la giovane tracciatrice, che comunque ringrazio per l'impegno, suo e di tutti gli organizzatori) più che una gara di orienteering è stata una gara di corsa campestre attorno al lago. Cosa che rende ancora più rimarchevoli i 3' che il giovincello ha preso dall'anzianotto. Ma del resto i 3' sono maturati soprattutto a causa dell'immaturità del giovanotto.

Costui, dopo aver vagolato per la campagna alla vana ricerca della 1 per 4 minuti esatti (contro gli 1'48'' del vecchietto, che pure aveva camminato per un bel po' prima di capire esattamente dove si trovava, e gli 1'20'' di Giorgio Paoli, che invece l'aveva capito subito), intravisto il biancocapelluto nelle paludi spinose a ovest del lago uscendo dalla 7, ha pensato bene di lanciarsi al suo inseguimento, senza minimamente valutare se quella fosse davvero la strada migliore per andare alla 8.

Il vegliardo, riuscito all'ultimo a scongiurare l'arresto cardiaco che il fatto di essere superato con passo leggero dal suo più autorevole  rivale di giornata - partito chissà quanto tempo dopo - gli stava per procurare, una volta capito che l'imberbe stava andando alla 8 e non, come lui, alla 11, si limitava a chiosare "che scelta del cavolo!", proseguendo poi per la sua trionfale, per quanto un pelo bolsa, cavalcata.

La sfida, che ha tenuto milioni di persone incollata ai televisori, si rinnoverà quindi, in modo crudele e definitivo, nell'ultima gara del circuito, domenica 2 marzo a Caldonazzo - Lochere, e vinca il migliore.

22 febbraio 2014

Le risposte vere + PM a Roncegno

La settimana scorsa mi ha chiamato il Presidente Gazzerro, quello vero, in risposta alle domande che gli avevo fatto. Ha detto che effettivamente quelle di annullare le qualifiche degli italiani middle e la notturna, sono scelte della precedente "legislatura", che lui in realtà non ne sa molto perché non sono cose di cui si occupa lui, e che le commissioni competenti se ne stanno occupando. Ringrazio il Presidente per avermi contattato perché, come spiegavo anche lui, la cosa scocciante non è che uno prenda delle decisioni, ma che non ti risponda quando le prende e gli chiedi spiegazioni) e attendo fiducioso che le commissioni competenti si occupino della cosa e ci dicano qualcosa in proposito, consapevole del fatto che i mondiali occupano al momento gran parte dei loro pensieri.

A proposito dei mondiali, ne è andato in scena uno anche sabato scorso a Roncegno. Sulla carta era una gara del circuito OriCup Inverno, ma c'erano Cip Cipriani,  Segatta&Candotti e la stella nascente Fabietto Daves (ah, se facesse un po' di allenamento tecnico...), quindi era come un mondiale.

Siccome però per i comuni mortali era effettivamente una gara promozionale, cercherò di menarla il meno possibile e di limitarmi ad un post sobrio ed essenziale.

Molto sobriamente ed essenzialmente potrei limitarmi a dire che sono riuscito a fare PM alla penultima lanterna, un punto a 50 metri dall'ultima, ma tanta concisione non renderebbe giustizia ad una prestazione tutto sommato non così disastrosa. Benché iniziata nel peggiore dei modi, con quella lettura "casual" della carta che caratterizza soprattutto il mio approccio con le carte "campagnole". Così ad esempio quella linea marrone con i dentini l'ho interpretata come un abbellimento grafico, e non come quel dirupo in discesa e in salita che era. E sono stato punito per questo non tanto con la fatica di salire il dirupo (salita? tsk, ci vuole altro per me...) ma più che altro con i rovi che ho trovato nel tentare di uscire dal dirupo, che mi hanno procurato i primi graffi stagionali, prestigiosissimi, ma, nel caso specifico, un po' gratuiti.

Poi alla 3 ho di nuovo letto frettolosamente e di conseguenza la mia scelta mi ha fatto attraversare un verdino rognosetto quando potevo girare dall'altra. Mentre alla 5 mi sembrava di aver fatto una genialata salendo sul muretto e correndo sul prato fino alla lanterna che mi sembrava altissima sulla strada, mentre poi ho visto un M60 che punzonava comodamente dall'asfalto, dove si correva molto meglio (addirittura una decina i secondi di punizione).

Capolavoro di giornata alla 8, dove è vero che in carta non era segnato che il parco era chiuso, ma dato che si capiva al cancellone dove c'era anche la possibilità di andare subito a sinistra, potevo andare subito di là (come del resto hanno fatto tutti gli altri) invece di andare avanti altri 50 metri per poi tornare indietro. Miglior tempo alla 9 (pen-unico di giornata) e lanterna a sentimento alla 10 (carta praticamente illeggibile, mi sono spiaccicato sul muro e l'ho seguito fino a che l'ho incontrata).

Grave indecisione alla 12, con sosta di meditazione all'incrocio prima e almeno 3-4 secondi scialacquati, 9'' peggio dei meglio alla 15 (e non so neanche bene perché) e poi il fattaccio alla 16, che ha preparato il fattaccissimo della 17. Capita che nella buca, dove devo punzonare la 16, ci sia traffico, e io mi metto a pensare alle persone che mi intralciano. Così per recuperare il secondo perso esco nella direzione, che mi sembrava di aver capito prima di entrare al punto, ed esco anche più o meno giusto. Solo che mi dimentico che stavo andando alla 17 e vado alla 18, imprecando anche fra me e me per essere uscito così "alto" e non aver deviato prima verso est. Forse una parte di me sapeva che dovevo andare a ovest, ma solo una parte. E non quella che guidava.

Morale della favola, alla 16 sarei secondo a 8'' da Fabietto e 38'' davanti al Cip, alla 17 non sono.

Domenica 23 rivincita a Madrano, almeno con Fabietto. Il Cip non si iscrive mai, eventualmente appare all'ultimo.

19 febbraio 2014

Le risposte del Pres. Gazz.!!!

Risposta 1
Gentile signor Pedrotti,
stiamo lungamente meditando sui Suoi quesiti, onde risponderLe con la massima chiarezza e completezza. Pur essendo decisioni assunte dal precedente Consiglio, quelle che Lei non approva sono scelte che sottoscriviamo pienamente. Siamo consapevoli del fatto che non tutti i tesserati le condividono, ma governare vuol dire anche assumersi la responsabilità di ciò che si porta avanti, ed è quello che intendiamo fare da qui alla fine del mandato. Saranno poi gli Orientisti a valutare se il nostro operato è stato all'altezza delle aspettative in base alle quali ci hanno eletto.
Riceverà comunque quanto prima una risposta più dettagliata.
Porgendo cordiali saluti
il Pres.Gazz.

Risposta 2
Egr. Tesserato TN3092,
non essendo le Sue richieste state presentate secondo le modalità conformi al regolamento 35F/1995 di cui all'art. 45 comma 4 lettera C della normativa 354 del 1993, codesta Federazione è sollevata dal dovere di risponderLe.
Saremo lieti di farlo non appena le medesime saranno riformulate in ottemperanza con i dettami di cui sopra.
Porgendo cordiali saluti
il Pres.Gazz.

Risposta 3
Caro Dario,
io e tutto il consiglio direttivo ci stiamo facendo un paiolo così per i mondiali ormai prossimi, e abbiamo a malapena il tempo per andare al cesso in bagno. Abbi quindi un po' di pazienza, cercheremo di risponderti dopo il mondiale, che è una cosa un po' più importante della tua mail.
Ciao
il Pres.Gazz.

Risposta 4
Carissimo Pedrotti,
quelle di abolire la notturna e la qualifica negli italiani middle non ci sono sembrate delle scelte particolarmente brillanti, ma non possiamo comportarci come se prima di noi ci fosse stato il nulla. Se tali scelte sono state fatte, è perché una parte del nostro movimento riteneva fossero giuste, e stiamo quindi cercando di capire come venirne fuori nel modo migliore per tutti.
Grazie comunque per il positivo stimolo
il Pres.Gazz.

Risposta 5
Ma sai che stiamo cercando di capirlo anche noi? Tutti quelli con cui abbiamo parlato fino ad ora, nei ritagli di tempo che comunque le mille cose da fare per la FISO e i lavori che ognuno di noi deve portare avanti nella sua vita privata, dicono che non ne sanno nulla e che è stato un altro a decidere.
Ne verremo fuori, prima o poi, e poi decideremo insieme sul da farsi
Viva l'orientamento!
Il Pres.Gazz.
- - - 

Dato che a poco meno di 2 mesi dalla mia mail e dal mio post il Presidente Gazzerro una risposta non l'ha data, nell'attesa che ne arrivi una sua, potete scegliere quella che vi piace di più fra quelle sopra del Pres.Gazz.

Nel continuare fiducioso l'attesa (ricordando anche che la pagina facebook La FISO dopo Londra con cui era stata lanciata la sua candidatura lasciava molto ben sperare quanto a dialogo con i tesserati), riporto nuovamente il testo inviatogli, pregando anche qualche consigliere che leggesse il mio blog, di sottoporla al Presidente, nel caso per qualche motivo non gli fosse mai arrivata.



Da: Dario Pedrotti (dario.pedrotti@gmail.com)
Data: 31 dicembre 2013 23.41.05 GMT+01.00
A: presidente@fiso.it
Oggetto: lettera aperta

Gentile Presidente Gazzerro,
al posto di un "discorso del Presidente" ci tengo a concludere questo 2013 con una "lettera al Presidente", per sincerarmi che siano giunte nelle sedi adeguate un paio di domande che fra gli orientisti circolano da un po', e che non mi risulta abbiano ricevuto risposta.

1) Perché è stata eliminata la gara di qualifica dei campionati italiani middle? Una parte significativa di alteti trovava molto stimolante questa formula, unica nel panorama delle gare nazionali, e non si capisce il motivo del suo annullamento. La voce che gira è quella che non si è voluto appesantire società e atleti con trasferte di due giorni, ma il calendario 2014 prevede molte più trasferte di due giorni di quelle dell'anno passato, quindi questa spiegazione non sembra quella giusta.

2) Perché in Italia non abbiamo nessuna gara nazionale in bosco in notturna a sequenza obbligata e partenza a scaglioni? Coppa Italia o campionato italiano che sia, si tratta di una gara estremamente suggestiva, di cui si sente molto la mancanza, e della quale non si è capito il motivo della cancellazione.

Colgo l'occasione anche per dire che non sono d'accordo con l'articolo su Azimut che auspica che anche la FISO si muova in direzioni simili a quelle della Strong Man Run: più che preoccuparsi di attirare per un giorno pubblici oceanici (non mi risulta che chi corre quel tipo di gara si metta poi a correre le gare FIDAL se non lo faceva già prima), credo dovremmo preoccuparci che altri tesserati FISO non abbandonino il nostro meraviglioso sport.

Può rispondere direttamente al mio indirizzo oppure sul mio blog, dove pubblico questa lettera, quale spunto di confronto per quanti vorranno esprimere la loro opinione (sperando che un giorno  Azimut o il sito FISO possano essere quello strumento di dialogo che attualmente manca).
Auguro a Lei e a tutti gli atleti una stagione 2014 piena di soddisfazioni.
Dario Pedrotti

15 febbraio 2014

COmpleanno

Mentre a Villa Agnedo Fabietto Daves rifilava 2' a Cipriani e Segatta ne prendeva dal Cip solo 1, io mi sono cimentato in una delle gare più impegnative della mia vita.

Alle 15.58 sto finendo di aprire l'ultimo occhio, dopo un sacrosanto pisolino pomeridiano, quando mi appare l'Anto sulla porta della camera, annunciando che alle 16.00 parto. È il giorno del mio compleanno, quindi che possa succedere qualcosa l'ho messo in preventivo. Ma passare dalla fase rem a quella gara in 2' è un'impresa eccessiva persino per un agonista incurabile come me. Comunque, verso le 16.04 sono in strada pronto per il cec e il clir e alle 16.06 ho la carta in mano, le gambe in spalla e i polmoni che non capiscono: "minuti di riscaldamento zero, temperatura anche lei vicino allo zero, che cavolo vuoi da noi?"
 
La prima è una tratta da un chilometrino e una cinquantina di metri di dislivello, che sul far del risveglio fanno sempre la loro porca figura. Come in tutte le gare che si rispettino, non riesco a far partire il GPS al momento giusto e me ne accorgo solo fra la 1 e la 2. Comunque in un tempo ragionevole arrivo in condizioni irragionevoli a casa di mio cugino, che è il signor Lanterna Uno. Per punzonare devo tradurre una poesia dallo spagnolo. Sudo copiosamente, il cronometro corre (o meglio, non corre perché non è partito, ma io non lo so) e a metà poesia mi impone un bicchierino di grappa bianca, comunque in un tempo imprecisato ma dignitoso porto a termine la punzonatura e riparto, con il mio fotografo personale al seguito. 


Dalla 1 alla 2 è tutta discesa, a parte i 5 piani di scale che portano all'appartamento di Stefano e Camilla, i signori Lanterna Due. Prima mi fanno accomodare, poi mi disegnano dei cuoricini sulla faccia, e poi mi esortano a cantare “Che sarà” dei Ricchi e Poveri con video originale dell'epoca in sottofondo. Sono un esibizionista dalla nascita, quindi senza neanche farmi pregare metto in scena uno sciò di gran classe (il cui filmato verrà sepolto con me). Con quello spettacolo negli occhi, la piccola di casa potrebbe ridere tutte le volte che mi incontra per i prossimi 30 anni, ma mi odia dalla nascita e non mi ha degnato di un'occhiata per tutta la performance. Meglio così. Prima di ripartire mi bevo il bicchiere di acqua dove hanno pulito il pennello con cui mi hanno pennellato, ma non mi fa peggio della grappa.

La tratta 2-3 è in pieno centro storico, con la tutina da orientista, il pettorale da compleanno, e i cuoricini in faccia. Ma vado tanto veloce che per i passeggianti dello struscio del sabato pomeriggio sono giusto una macchia di colore. La Signora Lanterna 3 è Roberta, che mi accoglie nel cortiletto di casa sua, dove ci sono i bidoni della raccolta differenziata. Già mi immagino a ravanare nella monnezza, ma lei è troppo buona, e mi chiede solo di riconoscere un'erba essiccata che ha in una scatoletta. Non è Maria, che tanto probabilmente non riconoscerei, ma stevia, e su quella sono preparato. Inghiotto, rispondo e riparto con un'ottimo tempo intermedio.

La 4 è nel Mercatino dei Gaudenti, un mercato dell'usato dove ogni mese stazionano anche le Beffi, al secolo Elena e Serena, dalle quali temo bastardate inenarrabili. “Devi vendere 3 di questi fiori di legno ai passanti, almeno ad 1 euro l'uno”. I fiori sono bruttarelli, passa pochissima gente perché ha iniziato a piovere (come in tutte le gare di orienteering che si rispettino) ma conto di farcela in poco tempo. Mi dirigo deciso verso due sessantenni: dal tempo delle medie le pensionate sono di gran lunga la fascia di età in cui raccolgo i maggiori consensi femminili e mi sento i 3 euri già in tasca (e magari anche qualcuno di più). Invece no. Sarà che la tutina è sospetta, o che i cuoricini ormai sbavati non mi donano, o che la barba è troppo lunga, o che cavolo, ma nonostante io spieghi loro la situazione e proponga anche di restituirgli l'euro dopo il superamento della prova, mi trattano come se gli stessi chiedendo in prestito la nipote per un rito satanico. Non riesco a scucirgli neanche un euro, anche perché “mio marito non vuole” (se hai un marito così stronzo da non permetterti di spendere in autonomia un euro, sei messa proprio male, brutta megera...). Il fotografo è in preda ai crampi allo stomaco dal ridere, e le immagini ne risentono. Il cronometro a questo punto scorre sul serio, e non posso continuare a buttar via tempo con ste due. Mi dirigo ad un altro gruppetto, dove c'è un tizio che conosco (ma non mi ricordo assolutamente chi sia) e una con gli occhi bellissimi. Spiego velocemente la situazione, giocandomi sviluppi futuri con Occhi Belli spiegando che è una cosa organizzata da mia moglie, ma scatenando lo struggimento romantico dell'altra tizia del gruppo, che dice che è una bellissima idea, che anche lei vorrebbe una cosa così al suo compleanno, e che mi compera ben 3 fiori. Torno dalle megere, le mie amiche, non le sessantenni, verso l'incasso, restituisco i fiori avanzati, indosso le calze argentate di cui mi “omaggiano”, subisco i due baci con rossetto che mi danno “per prova del superamento della prova” (dicono loro) + uno in omaggio da parte di un'altra amica che approfitta della situazione per baciare un bel giovane (sudato come un orientista a metà gara) e riparto. 

La 5 è la tratta lunga, uno sproposito di km sul quale probabilmente sbaglio la scelta, ma almeno evito la maggior parte del traffico. Arrivo a casa di Marco e Silvia in condizioni impresentabili, ma è una gara, mica una visita di cortesia. L'ex compagno di superiori e ingegneria, mi serve una equazione di primo grado. Meno male che con il fotografo (ormai disperso non so più bene dove) le sto ripassando quotidianamente, così la risolvo rapidamente (o quasi, perché prima scrivo come risultato x=-1 e poi aggiungo una riga con x=1, così, a gratis, ma Marco è comprensivo) e riparto: devo solo arrivare al doppio cerchietto.  

Anche questa volta sbaglio scelta (quando giro in bici mi sembra sempre che dall'altra sia più corta, ma la carta parla chiaro), ma giungo al traguardo dopo circa un'ora dalla partenza (...ma comprese le prove...), 7 kms e qualche anno di vita perso. Il trofeo per il vincitore, che mi aggiudico agevolmente visto che nessuno degli invitati alla mia festa si è sognato di gareggiare, è nientemento che una tORta-the-original© made in Bezzi, con tanto di lanterne, bosco fitto, cumuli di sassi, sassi sparsi, laghetto, sentieri, semiaperto, dosso, collina e lanterne. Del peso complessivo di circa 5 kg, di cui almeno l'80% cioccolato.

6 febbraio 2014

Finito (quasi)

Ho finito il puzzle. Quasi. 


È evidentemente una profetica metafora della mia prossima stagione agonistica. Quando sarò quasi perfetto, ma alla fine il "quasi" peserà più del "perfetto". O dove anche quando mi sembrerà di essere finito, non sarò mai davvero finito. Chissà.

Per intanto, appiccico sotto il racconto di una gara dell'anno scorso, il Sellaronda Running, dove effettivamente ero (quasi) finito. L'avevo pubblicata su www.distanceplus.com, ma siccome quando sarò (più) anziano e vorrò rileggermelo seduto accanto al caminetto, loro probabilmente l'avranno già tolta, me la riporto anche qui. 56 km e 3650 metri di dislivello: solo per lettori molto motivati (per gli altri, meglio un'occhiata meno impegnativa al filmato).


14 settembre 2013 - III edizione Sellaronda Running 


Il cielo è limpidissimo e trapunto di stelle, ma basta provare ad avviarsi lungo quello che sarà il primo tratto di gara fuori dal paese, per capire che si riuscirà a correre anche senza frontale. È freddo, ma è un freddo bello, di quelli che basta iniziare a correre perchè passi, e il calore dentro vinca su quello fuori. Manca poco più di un'ora all'alba, e, se ho fatto bene i conti, prima che il sole inizi a toccare le cime più alte, io sarò lì davanti a guardarle.È il secondo motivo per cui sono qui. Il primo è che mi sono innamorato del gruppo di Sella. Sindrome di Stoccolma la chiamano, quando ti innamori del tuo rapitore. Io mi sono innamorato del massiccio che per primo mi ha fatto sputare l'anima in salita correndo la Dolomites Sky Race di qualche anno fa, e che mi ha concesso di smettere di correre quella gara, solo dopo essermi impegnato a farci tutto il giro in un giorno solo. Sellaronda lo chiamano: prima era solo un carosello sciistico dove in giù ti portavano gli sci e in su le seggiovie, poi hanno iniziato a farlo in bici sulle strade dei passi Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo. Poi ci hanno organizzato una gara di scialpinismo, e in questi ultimi anni, quando la corsa ha conquistato spazi inaspettati, hanno pensato bene di farci anche una gara di corsa. E, dopo un anno da quando la gigantografia aerea del Sella campeggia nella mia cucina, ho deciso che quella gara non potevo perdermela.

Quest'anno la partenza è da Canazei, quindi si inizia con il passo Sella. A parte un breve tratto nel bosco, molto suggestivo correndoci immersi nell'oscurità, fino in cima è una strada forestale larga e non troppo pendente, dove viene voglia di spingere. C'è quella luce sospesa che precede l'alba e, quando nelle vicinanze non c'è un “racchettaro” che fa casino con i bastoncini che picchiano sui sassi, il silenzio è rotto solo dai passi di chi corre. Quando il panorama si apre, dietro di noi il ghiacciaio della “regina delle Dolomiti” è appena spolverato di rosa, e io rischio di cadere o di slogarmi il collo, a forza di girarmi a guardarla, la Marmolada. 
Poi non occorre più girarsi, perchè davanti compaiono il Sassolungo, il Sassopiatto e il Cinque Dita, con le cime arroventate dall'alba. Mille spaccature e mille guglie che proiettano mille ombre lasciandomi senza fiato. Potrei anche tornare a casa, ne è già valsa la pena. Invece siamo solo all'inizio, ed è già tempo della prima discesa lungo le piste che portano in val Gardena. E chi l'ha detto che una discesa non è bella se non è tecnica: con le Odle davanti, il Sassolungo e il Sella dalle parti, cosa c'è di meglio che lasciar andare le gambe senza preoccuparsi troppo di dove vanno i piedi?

A Selva sono poco dietro a quella che arriverà terza fra le donne, ma ancora non so che vuol dire che ho tirato un po' troppo sulla prima salita, messa lì apposta per punire i presuntuosi e gli sprovveduti. Passato il ristoro, dove lo speaker parla da solo, si torna a salire. Ancora strada forestale nel bosco, ma stavolta la pendenza è più impegnativa. Davanti corrono due donne carine con cui mi piacerebbe correre, ma che non posso permettermi di provare a raggiungere, dietro non si vede nessuno: sono da solo nel bosco e va bene così. Quando manca poco al passo, si vede lassù il sole, che mi riscalda per la prima volta solo una volta scollinato. Davanti si apre la val Badia inondata di luce e fra me e lei un pendio di gobbe erbose dove corre un bel sentiero, e corro anch'io. Due passi sono andati, ne mancano solo due, e penso ancora che sarà quasi una scampagnata.

Si arriva a Corvara senza quasi accorgersene, mentre il Pisciadù e la Val di Mezdì, le facce più belle del Sella verso la val Badia, hanno perso il colore dell'alba, ma rimangono uno spettacolo. Dopo il ristoro tre metri di piano, e poi si torna a salire, prima sulle piste, e poi su un sentiero che sale molto più ripido di quanto mi aspettassi e di quanto avrei desiderato. Comincio a pensare che i 56 km con 3650 metri di dislivello di questa gara non saranno la passeggiata di piacere che chissà perchè mi ero immaginato. In mezzo alla selva il tizio che mi sembrava attaccato alle mie natiche si rompe le palle della mia andatura da pensionato e mi stacca, però riesco ancora a correre dove la pendenza cala un po'. Quando ci affacciamo sulla pista da sci che parte da quello che io penso essere il passo, compaiono le Tofane, che sono bellissime, ma non bastano a spingermi ad una velocità dignitosa su per la rampa che mi aspetta. All'arrivo dell'impianto di risalita c'è il ristoro, ma la salita non è finita per niente e ci porta ancora su, fino a raggiungere un sentierino fra i sassi che finalmente scende verso Arabba. Gli ultimi tre che mi hanno superato in salita si allontanano agili, io faccio quello che posso, con nelle gambe i tre passi conquistati, e negli occhi il quarto, Porta Vescovo, che dall'altra parte della valle troneggia inequivocabilmente più in alto di dove mi trovo in quel momento.

Superato il ristoro del fondovalle di Arabba, l'amena stradina nel bosco lascia ben presto il posto ad un sentiero stretto e ripido, altrettanto ameno, ma che richiederebbe una dose di energie ben maggiore di quella che mi è rimasta. Non ho il coraggio di alzare gli occhi verso il Sella, perchè si vede troppo bene quanto in alto sta il punto da cui vedevo Porta Vescovo ancora più in su, ma mi vengono due ottime idee: la prima è di rallentare prima che siano le gambe ad obbligarmi a farlo, la seconda è di pensare ad altro per farmela passare un po' più in fretta. Quando il sentiero si apre di nuovo sulle Tofane, ho progettato uno spot radiofonico per la mia fiera di fine ottobre e pianificato un altro paio di cose, e il peggio sembra passato. Ad una svolta in mezzo alle trincee appare l'ultimo pezzo di pista che porta in cima, e che da lì sembra abbia una pendenza ragionevole. Una volta che ci arrivo si dimostra che in realtà non è ragionevole neanche un po', ma ormai sono lì e manco poco. Stringo i denti e, mentre mi sorpassa un altro più pimpante di me, mangio la prima neve di stagione: considerando che l'ultima della stagione scorsa l'ho mangiata poco più di due mesi fa, l'estate è stata un po' corta.
Il ristoro di Porta Vescovo è una specie di paradiso, e dicono anche le parole magiche: da qui solo pianura e discesa. Lì davanti troneggia la Marmolada, così vicina che pare di toccarla. Sarebbe uno spettacolo davvero incantevole, ma in questo momento l'unico panorama che desidero davvero vedere è la piazza di Canazei con l'arco di arrivo. Da lì a passo Pordoi c'è un bel sentiero largo e prevalentemente in discesa, e sarebbe davvero un piacere correrci se i 45 km già nelle gambe non si facessero sentire un po' troppo. È solo a 5 km dalla fine, e solo perchè sono tutti in discesa, che decido che ormai è fatta e lascio andare tutto, riuscendo anche a superare un concorrente con cui ci siamo passati e ripassati almeno 5 volte nel corso della gara.

Nessuno per centinaia di metri davanti e nessuno per centinaia di metri di dietro, il mio sarebbe un arrivo in solitaria da grande campione, se non fossero passate quasi otto ore dalla partenza e non ne fossero già arrivati 50 prima di me, di cui il primo ha già avuto il tempo di fare la doccia, pranzare e farsi anche un abbondante pisolino pomeridiano. Comunque, proprio bello il Sellaronda Running.