19 febbraio 2015

2015: mi piacerebbe...

La prestigiosa Oricup Inverno negli ultimi due fine settimana è stata sospesa, ufficialmente perché neve e ghiaccio avevano reso impraticabili i tracciati, ma in realtà per portare alle stelle l'attesa per i prossimi e risolutivi scontri Fabietto Vs. Pedrotti, per poi sfruttarli a fini economici: si mormora che l'a.s.d. Pergine stia predisponendo un biglietto di ingresso in Bassa Valsugana di 75 € per assistere alla gara di sabato 21 febbraio, e che la gara sia stata spostata da Pergine a Strigno per meglio controllare i tentativi di ingressi senza biglietto. Si dice inoltre che verrà applicato un prelievo forzoso del 30% su tutte le scommesse effettuate su quell'evento, che ammontano già a parecchie decine di migliaia di euri. Pare che il buon Gino Vivian punti a finanziare, con questa operazione, la trasferta di tutta la sua società in Abruzzo, in occasione della Coppa Italia di fine maggio.

Sia come sia, niente gare da correre e raccontare, e dunque, mentre mi sottopongo ad allenamenti mirati e massacranti per battere il Giovincello (che inizia giustamente a farsela addosso, tanto che due settimane fa aveva parlato di una misteriosa "tendinite al piede sinistro", salvo poi prendere parte al Portugal Orienteering Meeting, avendo la certezza, laggiù, di non doversi misurare con il suo Antagonista), eccomi, con un po' di ritardo, ad intrattenere gli inguaribili lettori con un inutile e tardivo post su desideri e auspici 2015.

Messa in saccoccia la prima agognata vittoria a VeNotte (che sarà probabilmente la mia unica trasferta dell'anno in laguna, visto che la nuova formula del MOV la lascio sperimentare ad altri, dato che costa quanto il biglietto per vedere Fabietto Vs. Pedrotti), a cosa puntare per questo 2015?

Questo è anno dispari, e io negli anni dispari non vinco medaglie ai campionati italiani. Del resto ne ho già vinte due l'anno scorso, e troppe stufano. Chiedere a Rigoni per conferme. A proposito di Carlo, proseguirà anche quest'anno il mio sogno di entrare nel ristrettissimo club dei QCHBR, ovvero Quelli Che Hanno Battuto Rigoni. Che fra i master al momento conta due soli membri: Simone Grassi (che lo ha battuto addirittura due volte, alla prima di Coppa Italia 2011 e alla prima di coppa Italia 2012) e Roland Pin, che lo ha battuto alla prima di Coppa Italia 2013. La prima di Coppa Italia 2014 l'ho vinta io, battendo proprio Simone e Roland, ma Carlo non c'era...

Oltre ad una vittoria di tappa, mi piacerebbe piazzarmi un po' meglio nella classifica finale, ma spero caldamente che quest'anno il tutto sia ancora più difficile dell'anno scorso per una più assidua presenza degli "estrosi", quelli che possono esserci e vincere, esserci e non vincere, o non esserci per mesi (leggasi soprattutto Ruggiero e Origgi, ma non sarebbe male neanche se venissero stabilmente fra i vecchietti un paio di Cristellon).

Mi piacerebbe correre bene di nuovo a Lipica, perché Lipica è Lipica, e perché non perdermi fra quelle doline, che per anni mi hanno fatto dannare, è una delle poche cose che mi danno una conferma riconoscibile, persino da me, dei miglioramenti fatti. E chissà che prima o poi non ci riprovi anche con una 5 giorni, dopo l'inaspettatissimo podio nella gloriosa MB alla 5 giorni dei Forti del 2005 e il PM alla OOCup in Slovenia nel 2008. Magari il Dolomiti Tour 2015, del quale per ora si sa solo che è organizzato dal Pavione e che avrà tappe a Bellamonte, San Martino di Castrozza, Ziano e Lavarone, ma già il nome mi ispira parecchio.

Senza la bussola al dito, mi cimenterò per la prima volta nel Cortina Trail, il fratello minore del ben più famoso Lavaredo Ultra Trail, per andare sgambettare fra le Tofane con vista su mezze Dolomiti, e tornerò a mezzanotte a Piovene Rocchetta, per riprovare a finire gli 80 km della Trans d'Havet, conquistando la mitica forcella Boale Fondi.

E il 20 settembre, quasi quasi...




5 febbraio 2015

VeNotte, di culo

Nell'orienteering non si vince per culo. Quasi mai.

La città più bella del mondo ci accoglie col suo migliore vestito di fine gennaio, con l'acqua immobile nei canali, il cielo terso e la luna quasi piena, e sta volta siamo proprio tanti. A forza di invasati che vanno in giro dicendo che questa gara è bellissima, i numeri sono diventati importanti, e in M35 siamo in 32, più che ad un campionato italiano. 

Io mi auto attribuisco il ruolo di favorito, che però è anche abbastanza oggettivo, dato che negli ultimi 2 MOV in questa categoria sono stato il primo degli italiani, e che manca Lerose, quello che batto in tutte le gare dell'anno, ma che qui mi dà regolarmente 3 minuti.

Mi sento in forma, ma pare non si veda un granché: mentre prima della gara aspetto che il gps trovi i satelliti, appoggiandomi al corrimano di un ponte in modo evidentemente un po' scomposto, una signora mi chiede se va tutto bene.

Poi è ora di partire, e, tanto per non smentirsi, VeNotte si apre con una scelta dopo mezzo metro, per cui non puoi neanche partire correndo. Ma dopo aver deciso che è meglio non attraversare il ponte, vado, ed i primi punti sono i più belli, con la mente ancora bella lucida, un po' di luce ancora nel cielo e le gambe vogliose di spingere. 

Senza saperlo, io e Roland corriamo praticamente paralleli: alla 6 il mio tempo totale è di 18:53 e il suo di 18:52, e su 3 lanterne abbiamo fatto esattamente lo stesso tempo. E la cosa è particolarmente incredibile alla 3, per la quale impieghiamo entrambi 7:46, completamente imbottigliati per lunghi tratti nel traffico carnevalesco, soprattutto al Ponte delle Guglie, dove, più che procedere al passo, si sta fermi.

4, 5 e 6 le corriamo come i missili, e peccato che non possiamo vederci e correre insieme. Poi arriva la 7, che a nostra insaputa sarà la lanterna definitiva. Come in tanti altri punti, c'è una scelta non banale, che io azzecco, e Roland no. In condizioni normali, la differenza fra una scelta e l'altra potrebbe essere di qualche decina di secondi. Ma siamo di nuovo dalle parti del Ponte delle Guglie, e il traffico e la Dea Bendata tifano per me. 

Non solo il mio avversario quasi cammina tutti i metri in più che gli tocca fare per prendere da sud il ponte che io prendo da nord, ma tutta la gente sul ponticello successivo, spinge me (e non lui) a buttarmi a sud invece di proseguire fino alla calle che sembrava arrivare dritta al punto. Peccato che quello che al buio sembrava un portico, nella realtà era un verde privato, cosa che Roland scopre solo quando ci è praticamente arrivato, e deve tornare indietro allungando ulteriormente. Esco dalla 7 con 140'' di vantaggio, che, dopo un momento di appannamento alla 8, dove non becco al primo colpo il corridoio giusto fra le case, e ne perdo addirittura 25, li porto a 142 in uscita dalla 10.

Da lì in poi Roland sale in cattedra, o meglio scendo io. Le gambe ci sono ancora, ma la testa vacilla, e faccio sempre più fatica a correre senza gli occhi sulla carta. 11, 12, 13 e 14 fra l'altro sono in una delle zone più incasinate di Venezia e, anche se le mie scelte non sono malvagie, sono decisamente troppo lento a districarmi. Alla 13 piglio persino 27'' da Madella, che credo non si alleni dal '41, ma probabilmente arriva lì un po' più lucido di me, che prima di punzonare vado a farmi un giro al mercato.

Dalla 15 in poi sono in balia della carta e sbaglio tutte le scelte da lì all'arrivo.

La 16 la prendo dal basso, pentito lì per lì di non essere uscito dalla 15 verso nord ovest, ma invece probabilmente la scelta migliore sarebbe stata andare a ovest nella piazza a forma di bottiglia: solo 10'' da Roland, che la sbaglia anche lui, ma 20'' da Eddy.

La 17 andava presa da est e non da ovest, se non altro perché ci sarebbe stato molto meno da leggere. Faccio il secondo miglior tempo con soli 8'' da Roland, ma la mia scelta rimane sbagliata.

La 18 è il mio personale festival dell'errore, dato che sbaglio sia scelta, sia strada. Anche avessi evitato di fare avanti e indietro dalla calle più larga, era molto meglio tornare da dove ero venuto e andare via dritti paralleli alla linea rossa. Altri 18'' al vento.

Sulla fondamenta per l'ultimo ponte sento che le gambe potrebbero fare un'altra gara, ma il cervello farebbe fatica a trovare la camera da letto sulla piantina di casa mia.

Sia come sia, alla fine riesco finalmente a portarmi a casa una gara a Venezia, con 30'' di vantaggio su Roland Pin (che sta preparando la maratona di Roma e i mondiali master in Svezia), e 2' su Stefano Gottardi. :-)