29 settembre 2016

Campionati Italiani Long - Sgonico

La verità è che mi converrebbe mille volte smettere di scrivere di orienteering, e parlare solo di Mario, così lui poi mette sul suo profilo FB, e centinaia di lettori arrivano al mio blog. Però sono certo che poi Zonori si lamenterebbe, e non sia mai che Zonori si lamenti.

Quindi torno a sabato scorso per parlare un po' della gara. 

Premessa. Sono ormai talmente tarato sulle garone in montagna, che quelle di orienteering mi sembrano sempre corte. Questa non era proprio cortissima, perché è vero che il primo ci ha messo poco più di un'oretta, ma io ce ne ho messa una e mezza. Forse dovrei decidermi a tirare un po' di più (almeno sui sentieri...) dato che arrivo sempre un po' troppo riposato.

Tornando, o venendo alla gara, non era certo il terreno più bello del mondo, almeno non quello che piace di più a me, ma era sicuramente molto fisico e discretamente tecnico, quindi all'altezza di un campionato italiano long. Io ho corso così così. Forse la cosa più brillante che ho fatto in tutta la gara è stato pensare "ecco, anche questa volta alla fine mi sentirò inadeguato e finirò ultimo dei più forti" e poi contropensare "beh, almeno cerchiamo di provarci fino alla fine", e rimettermi a spingere, finendo per guadagnarmi un bronzo, che fino ad un'ora e 10 di gara era di altri.

Le mie lanterne clou:

4 - probabilmente giusta la scelta, ma ho perso un po' per arrivare sul sentiero (bastava tenersi più verso sud in uscita dal 3) e non ho strisciato lungo il muretto che mi avrebbe portato al punto, come avrei dovuto fare.

6 - era un punto banale, bastava puntare il prato. Io ci ho perso 5', Mario 15'. Mah.

7 - credo che la mia scelta fosse giusta, ma prima ho cincischiato un po' non capendo subito dove ero su un sentiero nel semiaperto, poi ho cincischiato un po' di più quasi in zona punto, quando ho trovato un recinto di filo elettrico e non sono riuscito a capire se era o meno segnato in carta.

9 - sfido chiunque a capire cosa c'era dentro il cerchietto. Io ci sono arrivato solo perché c'erano da quelle parti concorrenti con la carta al 10.000.
11 - l'unica lanterna che ho fatto meglio di Denni Pagliari. Sono salito veloce in salita e sono sceso veloce in discesa, con una idea abbastanza precisa (e giusta!) su cosa fare. Bravo!

14 - anche questa scelta non era male, peccato che verso la fine ho lasciato il sentiero nel posto sbagliato (ma tornarci probabilmente è stata una buona idea).

Alla fine, Denni mi ha dato 24 minuti, evvabbeh, Roland me ne ha dati 8, e va meno beh, ma tecnicamente lui è più forte. 

Mario, molto meno perfidamente del solito, era secondo fino alla 5, poi è naufragato. Aveva promesso che in autunno sarebbe tornato ad essere inaffidabile. Quindi è una persona di parola.

Chiudo portando agli onori del grande pubblico il sonetto con cui il Kaiser ha risposto ai miei endecasillabi (anche se forse dovrei tenerla per il post sulla staffetta). Ormai questo sta diventando un blog culturalmente elevato.

Nella selva di Sgonico,
il Leprotto sfoggiava un bel sorriso,
avea battuto il suo nemico,
quello a lui assai inviso.

Una medaglia al collo avea
di un bel bronzo colorato,
ma in cuor suo lui la volea
di un metallo più pregiato

E mentre il Mario conquistava
la medaglia, quella bella,
lui pensò che meritava
una bella marachella.

Così, tornato dalla battaglia,
ride pensando al suo rivale,
che guardando la medaglia
ci sarà rimasto male!

E sfregandosi le mani,
in fronte al proprio caminetto,
lui già pensa a quel domani
quando l'oro avrà sul petto. 

Kaiser


25 settembre 2016

Nel mezzo dei boschetti di Sgonico

Nel mezzo dei boschetti di Sgonico
tornaron a trovarsi i due nemici
bruciati da un furore tanto antico.

Trovatisi negli Italiani Longi
fumavan come tori fuor dal naso:
l'attesa era oramai solo pel gongi.

Al via scattò in avanti il bel Ruggiero
correndo come al solito spedito
con il suo sguardo sempre altero e fiero.

Le prime le beccò abbastanza bene
sorretto da una forma invero buona
che lo facea volar fra balze amene

letal gli fu però la numer sei
a cui lui disperato iniziò a dire:
“Se ti trovassi lieto io sarei.”

Ma lei restò in silenzio a lui celata
godendo forse un poco nel cuor suo:
“Al Perfido lezion va certo data!”

Trovolla infin il povero Ruggiero
il cui morale ormai stava crollando
tal da pensar “meglio era se non c'ero.”

Da lì fino alla fin fu un bel calvario
con molti errori sparsi sul terreno
mentre a partir ci andava ora il Dario.

All'ultimo minuto giunto al via
Pedrotti non vedea l'ora di andare:
“Corriamo e poi vediam: sia quel che sia.”

Non molto avezzo a quei duri terreni
sbuffava come un mantice in salita
sperando in cuor suo tempi più sereni.

Seguendo una miriadi di muretti
trovava più o meno le lanterne
correndo or grandi passi ora passetti.

Anch'egli giunto alla numero sei
rischiò di comprometter la giornata
buttando giù nel cesso i giorni bei

fortuna volle che giunto a un sentiero
si avvide ch'era quel che andava al via:
di culo una gran botta fu davvero!

Da lì fino al fin non fu perfetto:
fra i rovi e le roccette qualche errore,
e qualche gran ramata contro il petto.

Giunto al traguardo non era contento:
“Di meglio di certo far si potea”
pensava in cuor suo con animo spento.

E proprio così avean fatto altri:
Denni e Rolando eran stati migliori:
eran davvero parecchio più scaltri.

Però lo Stegallo tosto avea detto
quando il Pedrotti arrivava al traguardo
che dietro assai era il Maledetto.

Così alla fine il bronzo andò a colui
che meglio seppe regger la pressione
persino in questi tempi un poco bui.

19 settembre 2016

Ma...


Io il mio l'ho fatto. Mi sono sforzato perché ci fosse un tempo del cavolo e gli organizzatori tagliassero di un quarto la mia garetta fra le 3 Cime di Lavaredo (tanto che le 3 Cime di Lavaredo non si vedessero neanche per sbaglio), potendo quindi smettere di pensare ad una Sky Marathon e tararmi su una tranquilla corsetta da 34 km con 2000 metri di dislivello, con il risultato di correre una delle mie gare più veloci di sempre. In salita sono andato più veloce che in una gara di O, in pianura sono andato più veloce di quanto vado in una gara di O, e in discesa sono andato molto più veloce che in una gara di O. Bella forza, direte voi, mica avevi da leggere la cartina. Verissimo, ma le gambe non è che stiano lì a sottilizzare.


Così oggi ho i polpacci di marmo, domani saranno di legno, e dopodomani saranno pronti per correre a Sgonico, ma non troppo (con l'andatura che avevo domenica scorsa, a Sgonico probabilmente mi perdevo a tutte le lanterne, e quandi le gambe vogliono andare mica puoi tenerle troppo a freno, se no si offendono.

Insomma, io ho seguito i consigli dell'ex allenatore della nazionale di rubamazzo e mi sono spreparato al meglio. Però.

PERCHE' SULLE LISTE DEGLI ISCRITTI IN M35 AGLI ITALIANI LONG NON C'è IL PERFIDO INNOMINABILE MALEDETTO ODIOSO RUGGIERO!?!?!?!

Come faccio io senza di lui? A chi arrivo dietro? Contro chi impreco prima durante e dopo?

E non venite a dirmi che c'è Denny Pagliari, o Ingemar Neuhauser, o Roland Pin, o Simone Grassi o Massimo Bianchi. Io volevo il perfido. Uffa.

Ma tanto lo so, è talmente furbo che si è già iscritto ma ha pagato per risultare non iscritto per farmi perdere il sonno e logorarmi i nervi. Perché lui lo sa benissimo che il vero non-favorito e quindi il più pericoloso a Sgonico sono io. Perfido, perfido, perfido. (però vieni, vero!?!?!?)

14 settembre 2016

Brenta & Serrada

Dato che l'anno scorso ho preparato tanto benino gli italiani long e li ho corsi tanto malino, quest'anno ho pensato di non pensarci su troppo. E non sapevo ancora che un certo Daniele Pagliari quest'anno farà gli italiani long in M35 (ma comunque peggio per lui).

Così sabato scorso sono andato a sgambettare 10 ore attorno al gruppo di Brenta, in quella cosa che per i normali è folle (64 km con 4200 metri di dislivello!?!?!?!) e per i folli è normale (solo 64 km con 4200 metri di dislivello...) che si chiama Dolomiti di Brenta Trail. Per chi ama il genere, è semplicemente una gara da non perdere. Io mi limiterò qui alla breve descrizione della parte della mia giornata di sabato scorso più "interessante" per chi il genere non lo apprezza.

La gara partiva alle ore 6.00 e io ho pernottato in tenda a 200 metri dalla partenza, in un posto un po' abusivo fra il parcheggio e un parco giochi, sotto un paio di alberelli. Ho messo la sveglia del cell alle ore 4.50, lottando con me stesso per non metterla alle 5, e mi sono addormentato. Durante la notte mi sono svegliato un paio di volte, riprendendo felicemente sonno velocemente, fino a quando ho sentito una voce lontana, come di speaker (non The Speaker, solo uno speaker). Ho pensato che facevano prova microfoni, o che iniziavano a dare il benvenuto a quelli che erano arrivati solo la mattina a prendere i pettorali, o cose del genere. Poi ho aguzzato l'orecchio, e ho sentito una cosa del tipo "gli atleti si avvicinino per la punzonatura". Nel mondo sportivo non orientistico la punzonatura è quella cosa che fai prima della gara, per far vedere che effettivamente parti, e sul programma avevo letto che iniziava alle ore 5.45. Leggermente allarmato ho quindi guardato il mio orologio, che segnava le ore 5.46. Ho quindi fulmineamente capito che

1) il mio cell quando è spento non si prende la briga di accendersi solo per la sveglia
2) la gara partiva di lì a 14 minuti
3) ero in ritardo di 54 minuti sulla mia tabella di marcia

Fortuna ha voluto che prima di andare a letto mi fossi preparato lo zainetto e i vestiti e fosse tutto lì pronto a portata di mano. Così

1) mi sono vestito 
2) ho rinunciato alla thermos di caffè che mi ero portato apposta
3) ho trangugiato una lattina di succo di mirtillo che c'era nel pacco gara
4) ho sperato che al mio ritorno la tenda e il suo contenuto non fossero stati portati via dai vigili
5) mi sono avviato correndo in partenza, mangiando un panino al formaggio

e alle 6 sono regolarmente partito con il resto del gruppo, impiegando solo un paio di km per capire cosa stavo facendo.

Il resto della gara, per gli amanti del genere, è stata una figata, con giusto qualche problemino negli ultimi miseri 2 km di discesa, probabilmente perché avrei dovuto mangiare 30 grammi di torta in più al ristoro di metà gara. Comunque gran bella gara, che ho chiuso nel rotondissimo tempo di 10h00'00'', senza neanche avere dietro un orologio (l'ho dimenticato in tenda, ma è stata l'unica cosa)(ah, per la cronaca, la tenda al mio ritorno c'era ancora, con tutto il suo contenuto).

   

Il giorno dopo, mi sono presentato al via della JTT di Serrada di Folgaria. Andando in partenza avevo le gambe un po' perplesse, e ancora di più lo sono state quando hanno visto che per arrivare al via bisognava arrampicarsi lungo una pista da sci.

Comunque, dopo il triangolo loro non si sono più lamentate, e a me è persino sembrato di andare quasi veloce come al solito. Cosa che gli split hanno dimostrato essere una pia illusione, ma è lo stesso. 

La gara era divertente, molto fisica ma anche discretamente tecnica, con la prima parte sui costoni, e la seconda in un postaccio dove mi sono perso ogni volta che ci ho messo piede. Questa volta no, ed è stata la buona notizia del giorno. È vero, l'ho presa prudente, ma ci sono entrato con un ritardo di 5'25'' da Ingemar e ne sono uscito con 6', il che, considerando che alla 1, che era solo da correre un po' in salita, mi aveva già dato 1 minuto per via delle mie gambe non proprio magiche, è un ottimo segno. 

O almeno lo sarebbe se ci fossero buone probabilità che a Sgonico ci arriverò con gambe decenti, ma non è detto per niente, dato che domenica vado a divertirmi attorno alle 3 Cime di Lavaredo.

Aspra nota di demerito di giornata, ma mia scelta 8-9, in lizza per la "best scelt of te ier 2016". Le alternative erano

1) discesa ripida, trasferimento in giallino dubbio (rivelatosi infestato di ortiche) e 3 curve ripidissime in su fra le rocce

2) 2 curve in su, trasferimento su forestale in discesa, comodo attacco e discesa al punto da prato. 

Considerando che Ingemar mi ha dato 2'40'', ho come il sospetto di non avere scelto la migliore delle due. Con il senno di poi non mi è sembrata particolarmente brillante neanche la mia scelta per la 6, anche se gli split dicono che ci ho messo meno degli altri. 

Arrivederci a Sgonico.

p.s. no, non ho fatto PM alla 16, ho solo sbagliato a sistemare la traccia sulla mappa.





9 settembre 2016

Campionato trentino middle e zappa sui piedi

Lo sanno tutti che se voglio cominciare ad insidiare lo strapotere Lumbàrd devo dimostrarmi più affidabile...

O almeno questo è quello che pensa uno dei miei lett(detratt)ori più accaniti, dimenticandosi che i Lumbàrd quest'anno li ho battuti spesso e volentieri (tranne il Perfido, vabbeh...).

Dal presente post peraltro si capirà che forse ha ragione, e che la cosa è destinata a peggiorare.

Campionato trentino middle, si diceva, ma il parterre non è proprio quello delle grandi occasioni. In pratica a contenderci il titolo siamo praticamente in 4, gli altri sono "esteri". 

Io non tocco una cartina da tempo e parto tranquillo. non mi sembrava COSI' tranquillo, ma i Grassi's ci mettono 10'' meno di me a trovare la 1 (che sembrava fatta apposta per entrare con calma in cartina).

Alla 2 comincia un po' di salite e vengono fuori le mie "doti" principali, che esplodono alla 3, dove c'è da correre e corro. 

Alla 4 vengono fuori tutte le altre mie doti e pascolo sul pianetto per un minuto e mezzo prima di capire, o meglio, di trovare a caso la lanterna.

Decente la 5, e poi mi illudo di saper leggere alla perfezione le forme del terreno, e naufrago alla 6. Il mio gps è dato per disperso (avvistato l'ultima volta da mia figlia in mano a mio figlio, quindi probabilmente non lo vedrò mai più...) ma probabilmente sono andato nel vallone più a est, quello con il sentiero, prima di andare in palla perché c'era un roccione enorme che in carta non trovavo (forse tolto per scrivere il 6?). Quando scoraggiato risalgo per rilocalizzarmi incontro Andrea Gobber e la lanterna, ma è solo culo.

Andrea, avvistato alla 3, era naturalmente anche il motivo del mio svarione alla 4, ed è in giornata pessima. Lui è un me all'ennesima potenza. Quando va bene è più forte di me, quando va male è addirittura peggio di me. A Bedolpian era nella versione "dark side of the moon", e ogni volta che l'ho trovato stava perpetrando qualche crimine orientistico.

Comunque, dopo i 3' abbondanti persi alla 6, ne perdo per sicurezza un altro po' alla 7 (cocuzzolo a est del recinto, facile, se punti l'angolo giusto del recinto) prima di produrmi in 3 prodigiosi primi tempi consecutivi. Ok, era da correre.

Alla 11 mi ritrovo sul sentiero sopra la lanterna, senza capire che è lui, e senza capire perché non l'ho capito, dato che essendo sceso sotto il roccione a sud della 10 e poi risalito, era ovvio che fossi lì. Ancora più lento, in proporzione, alla 12, dove rimango tropo a nord, e lentuccio anche alla 13, perché invece di buttarmi sul sentierucolo mi butto fra gli alberi. 

La 14 è una lanterna running, quindi faccio il miglior tempo. Però non la prendo tutta larga come forse era meglio, e non ravano in zona punto come era possibile (vero Eddy?).

3'' più lento di Ausermuller sulla 15, velocissimissimo alla 16 e 1'' più lento di Sgrassi alla 17, per concludere terzo, a 2' da PMgrassi e 3' da Sgrassi. Titolo trentino...

Ciò detto, domani mi sono iscritto all'ultimo momento a questa bellissima gara qui  (64 + 4000 e rotti) che unita a questa bellissima gara qui della domenica dopo (46 + 3000) farà sì che a Sgonico la mia reattività di gambe e la mia prontezza orientistica saranno verosimilmente sotto zero.

Ma tanto il mio lett(denigrat)ore preferito mi ha detto che lui le gare migliori le ha fatte quando non le aveva preparate...