26 marzo 2018

Sprint a Susegana


E chi non ci avrebbe messo la firma per un podio così?

Io, naturalmente, perché ad Emiliano volevo dare il benvenuto in M35 battendolo nella sprint di apertura, e ci sarei anche riuscito se non fossi troppo pirla. Velocissimo, ma pirla, anzi, velocissimamente pirla.

È successo che alla 1 (massì, togliamoci subito il pensiero) c'era una bella strada che correva fino a pochi metri dalla lanterna, e mi ci sono lanciato a velocità smodata, salvo poi rendermi conto, per un provvidenziale quanto un pelo tardivo ripensamento, che al termine della mia corsa smodata ci sarebbe stato fra me e la lanterna un muro invalicabilissimo. Ho così dovuto consumare tutte le suole per frenare da 100 a 0 in 3 secondi, e invertire la rotta. Il mio GPS dice che ci ho messo 26'' a tornare al punto dove avrei dovuto curvare, senza contare che era molto meglio stare sulla stradina sotto, e infatti c'è chi ci ha messo 33'' meno di me.

13° dopo la prima lanterna della prima gara dell'anno è un inizio non troppo incoraggiante, ma per fortuna in gara mi succede spesso che gli errori me li dimentico, con la conseguenza che a volte arrivo al traguardo e mi scopro molto più indietro di quello che pensavo, ma altre riesco a rimediare un po', tirando senza farmi condizionare dalla min****ta iniziale. A Susegana era il caso due.

Mi ha anche aiutato parecchio la scampagnata dalla 1 alla 8, dove bisognava più che altro correre. Sarebbe anche stato utile accorgersi che per la 4 era meglio andare da destra (10'' persi) e che non occorreva preoccuparsi troppo, rallentando, del fatto che la stradina a sinistra della 7 non aveva un inizio così definito, ma in ogni caso alla 8 avevo già recuperato fino alla terza posizione. Che ho perso subito perché alla 9 il mio cervello ha deciso che siccome la lanterna era dentro un recinto, non si doveva uscire dal muro della chiesa, e mi ha portato a spasso un po' prima di lasciarmi uscire dal cancello: 14'' persi (su una lanterna da 17''...).

Da lì in poi c'era da mettere le gambe in spalla, facendo giusto un pelo di attenzione all'entrata per la 10 (e l'ho fatta) e alla scelta per la 13, che era meglio da destra (e io sono andato a sinistra, anche se gli split non se ne sono accorti). La banale 15 rischiava invece di essere fatale a Emiliano, che ha punzonato un'altra lanterna prima, ma si è accorto all'ultimo dell'errore ed è tornato a fare quella giusta perdendo solo 13'' (non sufficienti per farsi superare), e a Michele, che non so cosa abbia fatto, ma ha perso 10'' (non fatali perché gli erano già stati fatali i 30 persi alla 10).

Insomma, con la corsa ci siamo, con la testa ci sono margini di miglioramento. Con la tecnica non si sa bene, perché questa gara non permetteva di capirlo. La prima metà era una campestre fra i filari-non-attraversabili e la seconda poco più che un giretto fra le case e i parchi.

Però l'anno scorso ero riuscito a raccapricciarmi in una sprint pure più facile di questa, quindi per questa volta bene così. E la prossima vediamo.


22 marzo 2018

Rieccoci!

Cosa volete che vi dica, a me tornare a gareggiare in Coppa Italia e in Sprint Race Tour dopo 5 mesi di astinenza, buio e freddo, mi entusiasma ogni volta. Sarà che sono ancora giovane, soprattutto dentro.

Come al solito spero che durante l'inverno sia successo qualche miracolo che mi abbia fatto fare grandiosi passi avanti tecnici (allenarmi? naaaaaa...) e che l'anno in più sulle gambe non si faccia minimamente sentire. L'anno prossimo potrei correre in M45, ma non ci penso neanche ad abbandonare la M35, e mi dispiace anzi parecchio di vedere coetanei che potrebbero tranquillamente sgomitare per il podio in M35, correre la Coppa Italia in M40.

A sgomitare quest'anno ci sarà qualche "non più giovane" in più, e probabilmente sgomiteranno parecchio. Mi riferisco a Michele Fiocca, che già l'anno scorso si è portato a casa il bronzo agli ostici italiani long del Cansiglio, e a Emiliano Corona, che pare farà con i "non troppo anziani" solo le sprint, ma sarà una brutta gatta da pelare. Ancora più impelabile il suo ex compagno di Forestale Pagliari, che è già venuto a rubarci le caramelle gli anni scorsi, e quest'anno sarà al via in M35 nella prima di coppa Italia middle, perché "è fuori forma", dice lui. Non nuovo, ma quasi, anche Simone Rocca, che l'anno scorso è tornato all'orienteering dopo anni di digiuno, e che dopo una stagione passata a togliersi la ruggine (e, temo, un inverno in più ad allenarsi) potrebbe rimpinguare parecchio il bottino di due terzi posti ottenuto l'anno scorso in Sprint Race Tour.

E poi ci saranno i soliti: Neuhauser, che non sbaglia una gara dal '54, Ausermiller, che le sbaglia spesso, ma quando non le sbaglia sono cavoli, Bianchi, sempre una mina vagante, Grassi S e Pin, che ci si augura tornino in M35 dopo l'esordio in M40. 

E poi ci saranno le sorprese 2018, che siccome sono sorprese, non le so.

Non sarà invece sicuramente della nostra partita il Perfido Ruggiero, che quest'anno ha deciso di fare il Super Giovane e di tornare a correre in Elite, dove gareggerà contro gente fra i 7 e i 22 anni più giovane di lui (ma non potrà neanche fregiarsi del titolo di "più anziano della categoria", perché ci sono comunque Galletti e Mamleev con più primavere di lui sulle spalle). 

È una scelta coraggiosa, che merita tutto il nostro plauso e i nostri migliori incoraggiamenti, lasciando da parte quella punta di delusione che inevitabilmente nasce dal vedere la M35 privata di quelle sfide che tanto hanno entusiasmato pubblico e media.

Personalmente, ho pensato di dedicargli una canzone, che esprime al meglio tutto quello che penso della sua scelta, e tutto quello che gli auguro per questa nuova stagione agonistica. 

È dei mitici 883, e si intitola T.P.S.

18 marzo 2018

Primo Titolo: Trentini Sprint

Oggi sono tornato a giocare all'orienteering, in un paesino piccolo piccolo, con un tempo fredduccio assai, sotto un cielo bigietto anzichenò: e mi sono divertito come al solito :-)
Immagino abbiano contribuito al sollazzo complessivo anche i seguenti 4 elementi:
  1. c'erano le docce, calde
  2. sono arrivato nei primi due
  3. a dividere il primo dal secondo alla fine c'è stato solo 1 secondo
  4. non ero il secondo
Dopo un così lungo digiuno mi era venuta la tentazione di propinarvi una di quelle belle (?) descrizioni della gara punto per punto, con dettagliata e appassionante (?) altalena degli atleti che si sono alternati sul podio (in tutto 6) durante la gara, ma dato che molti leggeranno questo post lunedì (19 marzo), che il 19 marzo è la festa dei papà, che la maggior parte dei lettori sono maschi, e che molti sono anche papà, per questa volta vi risparmio: consideratelo un regalo per la Festa del Papà. Le lettrici facciano finta che sia la festa della Mamma.

La gara era valida come campionato Trentino (e Veneto) Sprint, quindi ho conquistato il primo titolo dell'anno (nel 2017 era stato anche l'unico, vediamo se quest'anno riesco a portargli un po' di compagnia), non particolarmente meritato, per la verità. Era una di quelle gare in cui se non sbagli niente pensi che sia normale, ma dove alla fine molti sbagliano. Io ho sbagliato un po' qua e un po' là, seminando per la strada vari secondi:

1 - quando ho preso in mano la carta non è che mi sentissi proprio molto a mio agio e ho deciso da che parte andare più che altro perché mi ha superato Walter Giovanelli a velocità doppia: 10'' persi

4 - mi sono fermato al bivio prima, in contemplazione: 4''

5 - mi sono convinto che il cerchietto fosse centrato sulla piazzetta più a destra, e dato che la descrizione punti era solo in carta, non mi sono preso la briga di "spiegare" e girare la carta per andare a leggerla: 17'' (!!)

9 - micro sosta esitante all'incrocio prima del punto: 3''

11 - ??? non mi pareva di aver sbagliato nulla, ma Gazzetto mi ha dato 3'' in 24 di tratta: boh

15 - era una lanterna da esordienti, c'era ogni possibile linea di arresto, linea di conduzione, ecc. e si vedeva anche dalla zona ritrovo. Io mi sono fermato dieci metri prima a guardarmi intorno spaurito, e non c'era neanche nessuno intorno a distrarmi: 10''

Meno male che prima della 100 c'era un tizio che mi correva dietro a velocità supersonica, e per evitare di farmi superare ho spremuto le gambe più di quello che avrei fatto da solo, recuperando i 2'' di ritardo che non sapevo di avere, e procurandomi quel secondo di vantaggio che mi sono ritrovato alla fine.

È stato decisamente utile riprendere un po' di confidenza con la carta a 6 giorni dalla prima gara di Sprint Race Tour, adesso spero solo che Qualcuno non scappi davvero in Elite sabato e domenica prossimi...


14 marzo 2018

Dolomiti Winter Trail

In attesa dell'inizio della stagione orientistica 2018, ormai imminentissima, eccovi un breve racconto della mia seconda Dolomiti Winter Trail, una gara sulla neve sui verdi (in estate) pascoli di Passo Vezzena e dintorni (dove vinsi l'argento agli italiani long 2014, dietro Rigoni :-)(dando quasi 4' al Perfido Ruggiero, anche se allora non era ancora nessuno).

Dolomiti Winter Trail, dicevo. L'anno scorso l'avevo corsa in coppia con un amico non allenatissimo, e me la ero presa molto comoda. Quest'anno invece ho corso da solo, e quindi non me la sono presa comoda per niente. La lunghezza era più o meno quella di una mezza maratona, ma mentre lì per 3/4 di gara avevo corso sapendo che avrei potuto andare più veloce (ma risparmiando per non finire la benzina), qui per tutta la gara ho corso sapendo che avrei voluto andare più piano (ma spingendo perché sapevo che la benzina sarebbe bastata fino alla fine).

Morale, una fatica porca. Sì, posti bellissimi, tracciato bellissimo, organizzazione bellissima, ma una fatica porca. In salita si faceva fatica perché era salita, in pianura si faceva fatica perché c'era la neve e non si sapeva mai se avrebbe tenuto o meno, e in discesa si faceva fatica per cercare di non finire piantati nella neve a testa in giù (io l'ho fatto una volta sola...).

Il mio rivale di giornata era Stefano Zamboni, mio compagno di squadra nel San Giorgio, ex triatleta e agguerritissimo corridore (con qualche difficoltà in più con carta e bussola). Sono partito più forte io, mi ha preso e staccato nella salita seria (quella verso Cima Vezzena), l'ho ripreso io nel piano dopo la discesa seria, ma mi ha ri-staccato nell'ultima salita, probabilmente perché non lo odiavo abbastanza. A 3 km dalla fine, di cui 2 in discesa, fosse stato, chessò, Ruggiero, invece di pensare a non andare fuori giri gli avrei addentato una chiappa, e non l'avrei mollato neanche se mi cadeva un polmone, gratugiancomi il polmone residuo per batterlo in volata. Invece Stefano l'ho lasciato andare, per non fare troppa fatica (cioè, più troppa di "porca").




Ho finito in poco meno di due ore e 21', un minuto e mezzo dietro a Stefano, e pochi centesimi dietro Leo, il cane che da un po' abbiamo in affido. Lui però ha corso solo gli ultimi 100 metri, quindi non vale.




P.S. sì, Stegal, stai tranquillo: se il pusillanime non si rifugia in ME, la saga di Holly e Benji si ripeterà anche quest'anno